I gilet gialli mutilati da Macron: storie e numeri di cui nessuno parla
Primo piano, Resto del mondo lunedì, Marzo 11th, 2019Parigi, 9 mar – La domanda nasce spontanea: ma Fazio lo sapeva? La risposta è comunque ininfluente: informato o meno sui fatti francesi, sarebbe di nuovo pronto a srotolare il tappeto rosso e ripassare il manuale da perfetto lacchè. Perché di Emmanuel Macron si deve parlare unicamente bene. Ritrarlo come il volto “pulito e rassicurante” di un’Europa democratica e pacifica.
Pirandello lo ascriverebbe di diritto nella categoria “maschere”: non che il vero volto sia migliore, anzi. Così, mentre Monsieur Macron appariva sereno e sorridente al cospetto di Fazio il ruffiano, i cattivissimi gilet gialli proseguivano non solo la conta dei feriti, ma pure quella dei mutilati. “Proiettili non letali, di gomma”, dicevano: eppure i danni procurati dalle cariche della polizia contro i manifestanti restituiscono un autentico bollettino di guerra. Numeri e storie troppo forti, scomode e dicotomiche rispetto a quel ritratto da “bravo ragazzo” e “enfant prodige” che del presidente hanno voluto dipingere.
A scoperchiare il vaso di Pandora, a guardarci dentro e documentare quanto visto, ci pensa The Guardian con un video-testimonianza postato su Twitter. Il commento che ne segue è un estratto di storie, volti e corpi mutilati: “Antoine ha perso la mano durante una protesta di gilet Jaunes a Bordeaux. Lo stesso giorno Patrice ha perso la vista nel suo occhio destro a Parigi. Condividono le loro storie ora che la polizia francese è sotto controllo dell’Onu per l’utilizzo di armi esplosive contro i manifestanti”.
Così, appare subito questo Antoine di cui si scrive: ragazzo giovanissimo che mostra quel che rimane del suo braccio. Come un fiammifero consumato, avvolto da una benda: un danno fisico e psicologico che lo segnerà in eterno. Stride, allora, l’immagine sorridente e forzatamente angelica che il mondo mainstream e molta stampa italiana restituisce del “democratico Macron”.
Viene inoltre da chiedersi: chi sono le vittime e chi i carnefici? Chi si è conquistato l’onore, su un campo duro di battaglia e chi dovrà contare proprie, immense, responsabilità? In Francia neppure i disabili sono stati risparmiati: e prendersela con gli indifesi è la più grande delle viltà. Come in una favola di Esopo, sebbene purtroppo si tratti di realtà scomoda ma inconfutabile, che si tragga la debita morale: l’apparenza è un inganno vigliacco. E un gilet giallo non sarà mai criminale tanto quanto “l’enfant prodige”che sorride incravattato, ipocritamente perfetto. Peccato che Fazio il ruffiano si sia scordato le domande più importanti, nella sua intervista stucchevole e lecchina: del resto l’emozione dei vili gioca spesso brutti scherzi.
Chiara Soldani
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