Migrazioni: un incontro tra culture
L'opinione di D'Amore, Primo piano venerdì, Febbraio 15th, 2019
Le migrazioni rappresentano un tema cruciale per la nostra epoca, un impegno inderogabile da affrontare con responsabile razionalità. Il timore principale è che resti solo un tema da strumentalizzare per accendere fuochi populisti e convogliare consenso elettorale. Occorre sicuramente trovare una sinergia collaborativa tra tutte le nazioni e abbandonare la logica dello “scarica barile”, ma soprattutto evitare qualsiasi ricatto politico che gravi sulla vita delle persone. Questa è la priorità, qualunque altro discorso, valido o meno, viene in un secondo momento. Pensare di parlare di migrazione come sedicenti esperti del tema solo perché opinionisti in un salotto televisivo, senza conoscere la storia e le sue contingenze getta fumo negli occhi e non risolve la questione. Basterebbe solo un po’ di buon senso e di responsabilità. Pensare al braccio di ferro politico e non riflettere sul fatto che il cadavere di un bambino venga ripescato in mare con la sua scheda scolastica ancora addosso, bè quella non è politica, non è giustizia ma solo barbarie. La più crudele, mortificante e misera che si possa immaginare. Le posizioni troppo rigide e le estremizzazioni sono le vere componenti del conflitto e dell’esclusione. Ogni credenza ideologica monotematica, di qualunque origine politica, ha bisogno di un nemico da eliminare, prima con la propaganda e poi fisicamente. La mancanza del dibattito e del rispetto per la libertà di pensiero sono la base di tutti i più grandi crimini della storia. Attualmente viviamo un preoccupante paradosso storico: mentre ricordiamo giustamente le tragedie del passato per ricordare le vittime della barbarie umana, quella più insensata e irrazionale, ci rifugiamo nel populismo più cieco ed escludente che fa del rifiuto dell’altro il suo credo. Chi oppone a questo il multiculturalismo come soluzione non capisce che a volte unire due culture inconciliabili è controproducente e irrispettoso per entrambe; mentre una visione interculturale in cui le parti s’incontrano per una condivisione fatta di rispetto reciproco, e soprattutto delle regole, aiuterebbe a capirci meglio, a comunicare, ad arricchirsi, evitando di generalizzare il male, demonizzare il prossimo aprioristicamente e strumentalizzare il diverso in nome del politicamente corretto che uccide ogni evoluzione culturale e ci riporta a compiere sempre gli stessi errori. Il passato esiste ed è lì per ricordarci le sue terribili conseguenze. Teniamone conto e pensiamo. Sempre.
a cura di Marino D’Amore
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